Scusate il ritardooooo!! Ho avuto un po’ da studiare in queste ultime settimane, ma ora finiti tutti i parziali e ho un paio di giorni di “relax”.

Abbiamo fatto una partenza a fuoco e con l’intenzione di andare prendere la nazionale americana (che partiva 10 secondi prima di noi) prima della grande curva, per poi scegliere la traiettoria interna e decidere la gara in nostro favore. Ottima idea. Esecuzione della prima metà di gara perfetta. Un solo problema. Gli USA, o meglio il loro “Giorgino della situazione”, hanno deciso di non spostarsi e non lasciarci la precedenza, relegandoci all’esterno: manovra molto alla Marc Marquez per seguire un po’ i fatti di cronaca e non dover usare una brutta parola. Poppa americana e prua Washington si toccano, si ritoccano, si scontrano per circa 500 metri ma sempre senza che gli Stati Uniti si spostino. Tutti urlano e si scambiano parole poco dolci (sembra di essere a Pusiano in una giornata no del nostro Albertone).

Purtroppo però, mentre noi giocavamo a battaglia navale, Yale, Harvard e California si concentravano un po’ di più sulla velocità della loro barca, evitavano inutili perdite di tempo, non spaccavano le barche. Eh sì, ci hanno battuto. In realtà Yale ha vinto di soli 8 secondi su di noi che, tutto considerato, non è affatto male.
Ora siamo tornati a Seattle e la routine, remergometro – due senza – remergomentro – 6mila in due senza, è tornata. Ogni settimana si gareggia in due senza, ma sono due le gare che contano di più: quella prima di Boston per la selezione dell’equipaggio e l’ultima, valida per l’assegnazione dei primi 4 posti per il Camp di allenamento di San Diego e del trofeo “testa di pera” (Pear head). Il nome della gara infatti gioca sulla parola “head” che significa sia testa che gara di fondo (vedi HEAD of the Charles) e sulla stessa pronuncia della parola due senza, pair, e pera.
Il trofeo non ha alcun reale significato ma la foto dei vincitori viene appesa in canottieri vicino a quella di tutti i predecessori. Ah, si vince anche un maglietta e quindi io e Philipp abbiamo deciso di sacrificarci a tirare anche l’ultima gara e dare un paio di lezioni di frullatore a 36 colpi selvaggi a tutti (Viktor compreso, il serbo bronzo in 2- al mondiale U23 e bronzo in 2+ al mondiale Senior). Adesso per cambiare la monotonia faremo due settimane remando di coppia e cercando di non ribaltarci. Sarà divertente. O forse no.
Vi terrò “impostati” - I’ll keep you posted.
Elmo from Seattle
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