I Mondiali in casa, che onore. Accompagnare la bandiera dell’Italia, che emozione. Un vortice di gioie e responsabilità segna l’inizio della rassegna iridata Under23 e Moltrasio vi è piacevolmente risucchiata.
Nella cornice verde dei Giardini Estensi di Varese, sormontati dal palco dell'imponente coro Ars Cantus, mischiati ai big del canottaggio quali Abbagnale, Rossi e Rolland, i nostri quattro atleti svettano in maglia bianca e azzurra (non ce ne voglia Giorgio che ha nelle urla da timoniere la sua statura), si confondono nel gruppone Italia che quando arriva, si siede, si sposta e si risiede, tramortisce di sorrisi e soggezione pubblico, volontari e avversari. Guglielmo, Filippo e Giorgio sono al posto, cercano di nascondere l’euforia nella possanza dell’atleta, nella serietà del padrone di casa.

Ne manca una all’appello. Sara Magnaghi farà il suo ingresso per ultima: non tipico ritardo femminile, ma ufficiale posizione della prima donna del canottaggio italiano nel mondiale di casa. Quale capitano della squadra femminile, Sara sfila insieme a Michele Manzoli, pari ruolo tra i ragazzi, portando i segni d’appartenenza alla nazione: il tricolore e la scritta Italy. Nella passerella fino al palco, ai suoi occhi la folla si sfuma nel boato, negli applausi. Ricordando questa scena dovrà correre i suoi 2000 metri: sfilare diretta, decisa, senza fermarsi, i contorni delle avversarie indistinti, secondari di fronte all’orgoglio di quel momento.

Ne manca una all’appello. Sara Magnaghi farà il suo ingresso per ultima: non tipico ritardo femminile, ma ufficiale posizione della prima donna del canottaggio italiano nel mondiale di casa. Quale capitano della squadra femminile, Sara sfila insieme a Michele Manzoli, pari ruolo tra i ragazzi, portando i segni d’appartenenza alla nazione: il tricolore e la scritta Italy. Nella passerella fino al palco, ai suoi occhi la folla si sfuma nel boato, negli applausi. Ricordando questa scena dovrà correre i suoi 2000 metri: sfilare diretta, decisa, senza fermarsi, i contorni delle avversarie indistinti, secondari di fronte all’orgoglio di quel momento.
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