Non le ha guardate le avversarie, ha gareggiato proprio come aveva sfilato nella cerimonia d’apertura in cui era portacolori azzurra: decisa, serena, capace. Ora quella bandiera italiana l’ha finalmente portata sul podio mondiale, non perché capitana della squadra, ma perché vicecampionessa del mondo nel singolo U23. Sara Magnaghi vince un argento splendido, in rimonta, con un tempo strepitoso (7.31”48), una fluida facilità di remata che ha esaltato tutta Varese.
Ai mille il maxischermo inquadrava quella che sarebbe stata la vincitrice, la potente lituana Milda Valciukaite (7.27”33), ma in basso a destra veniva su quel 6 azzurro e come veniva su. Negli ultimi metri, nel boato indistinto della Schiranna, Sara sembrava non volersi fermare più, lasciare infinitamente indietro la tedesca Beenken (terza in 7.36”00), andare a prendere Valciukaite o semplicemente sfondare la linea d’arrivo pur di credere che quel posto tanto cercato era suo: il posto tra le migliori del remo. Si sapeva già, mancava solo quella tonda e metallica conferma, arrivata in casa, come settimo sigillo della spedizione azzurra, terza nel medagliere per nazioni.
Nella semifinale di ieri, dopo metà gara il passaggio di turno di Sara è diventato da rischioso a scontato, una sfida di compostezza e freschezza alle favorite che poi l’hanno accompagnata sul podio di oggi. Le braccia alzate, i sorrisi mischiati alle lacrime, non solo sue, ma di metà tribuna che ha visto in lei il presente e il futuro italiano, ma soprattutto una ragazza di 20 anni che vede ripagati gli sforzi, la pazienza, anche le amarezze di già cinque mondiali vissuti ma non vittoriosi. Ora ce l’ha fatta, nello stesso anno in cui è diventata campionessa italiana per ben due volte. Il singolo è stata la sua riscossa, l’unico interprete del suo impressionante miglioramento stagionale che dopo i test, le tirate, le avvisaglie della TRio è esploso nella gioia di una medaglia, la sua prima mondiale, la prima italiana di sempre nel singolo femminile under23.
L’adrenalina portata alle stelle da questa impresa, salutata con commozione e gratitudine anche dal presidente Abbagnale in persona, dal tecnico del settore femminile Claudio Romagnoli, dal nostro presidente Sandro Donegana, ha reso l’ultima regata, quella dell’8+ di Filippo Mondelli e Guglielmo Carcano, ancora più carica e palpitante. I tre marziani, Nuova Zelanda, Australia, Stati Uniti viaggiavano su altre frequenze ma i nove italiani hanno creduto nel quarto posto alternandosi con Germania e Gran Bretagna. Alla fine quinta piazza, inglesi battuti e l’onore di chiudere questa memorabile rassegna iridata di Varese.
Nonostante la casa sia poco distante, le valigie sono già pronte per Piediluco. La squadra senior e il Mondiale di Amsterdam, quello assoluto, aspettano Sara e Filippo. Neanche il tempo di stringere gli abbracci più cari, di ricevere i complimenti di amici e sconosciuti, di fare il controllo antidoping in santa pace. Sara però nell’allenamento di domani volerà sull’acqua almeno col pensiero, pesantemente alleggerrito da quel tondo d’argento.
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